Ingredienti per 1 persona:
- 100 grammi di spaghetti qualsiasi
(anche integrali)
- 2 salsicce fresche di media grandezza (oppure 1 salsiccia tipo Fumagalli)
- Mollica di pane di qualche giorno (ma
non ancora indurito, ovviamente)
- Mezza cipolla bianca
- Mezzo bicchiere di vino rosso (non dolciastro)
- Olio
Si chiamano “alla Giorgiogaber” per
un motivo assai semplice: il giorno che li ho inventati, circa un paio d'anni fa, non sapevo proprio
che cazzo farmi, stavo ascoltando una canzone di Giorgio Gaber e non
ci avevo altro che un avanzo di spaghetti, due salsicce in frigorifero e un
po' di pane di due giorni prima. Come vino ho utilizzato un
preziosissimo merlot del discount, euro 1,25, e me n'è avanzato
anche un bicchierozzo per il pranzo; ma va bene qualsiasi vino rosso in bottiglia che non sia dolciastro (evitare quindi il Tavernello o roba del genere: piuttosto fatene a meno).
Si mette a cuocere la pasta (immagino
che lo sappiate fare, ma non salate troppo l'acqua ché con le
salsicce la pasta poi viene già abbastanza salata di suo), mentre in una padella
(meglio se avete anche il simil-wok dell'Ikea, ma va bene anche un
padellone profondo qualsiasi) mettete un cucchiaio e mezzo d'olio e
lo scaldate un pochino. Ci buttate prima la mezza cipolla tagliata come più vi piace (tritata, a fettine...), e la fate imbiondire; poi ci spezzate grossolanamente dentro le due salsicce (o l'unica "Fumagalli"), a
mano, e le fate cuocere per circa 3/4 minuti spezzandole meglio via via col mestolo di legno.
Mentre gli spaghetti cuociono, buttate in padella il mezzo bicchiere di vino rosso, e lo fate "tirare" un po': nel frattempo avrete sbriciolato la mollica di pane (ce ne potete mettere quanta vi pare), facendo attenzione a usare pane non molliccione: dev'essere duretto ma "lavorabile". Il vino deve tirare un po' perché sennò vi succede quel che è successo a me la prima volta, tra numerosissime bestemmie a quel cristaccio d'iddìo: la mollica si inzuppa di vino e diventa una specie di poltiglia dall'aspetto disgustoso e flaccido come, appunto, Vincenzo Mollica. Se, invece, il vino è tirato bene la mollica resta bella asciutta come dev'essere. Fate cuocere ancora il sugo finché la mollica non si "tosta", poi mettete il fuoco al minimo storico.
Una volta scolata la pasta, buttatela in padella e mischiatela a fuocherello accesso finche tutto non sarà bene amalgamato. Beveteci sopra vino rosso di quello che ci avete, e non vi azzardate nemmeno per scherzo a metterci il formaggio grattugiato.