mercoledì 30 gennaio 2013

2. Poulet à la Durruti



Ingredienti per 1 persona:

- 2 fusi di pollo di media grandezza
- 1 barattolo di ceci lessati
- 1 grosso pezzo di salamino piccante (chorizo o altro)
- 1 cipolla rossa (non enorme)
- 1 bicchiere e mezzo di vino bianco
- Sale
- Olio
- (Facoltativo) Peperoncino habanero fresco a volontà.

Se qualcheduno trovasse questa ricetta un po' iconoclasta, gli consiglierei di acquistare un gran bel libriccino: "La cuoca di Buenaventura Durruti - La cucina spagnola al tempo della guerra civile", di Anonimo, con prefazione di Luigi Veronelli (e dico poco), edizioni Derive/Approdi, maggio 2002. La "cuoca di Durruti" si chiamava (o si faceva chiamare) Nadine ed era una giovane militante della Colonna Durruti. Questa cosa qui la ho inventata pensando precisamente a quel libro; ne consiglio un uso abbastanza parco.

Tritate la cipolla rossa con la mezzaluna (o il coltellaccio da cuoco, se ce l'avete e lo sapete usare). In una pentola (possibilmente antiaderente, sennò sorvegliate che non si attacchi ogni cosa) mettete due cucchiai d'olio, fate scaldare e mettete a cuocere i due fusi di pollo. Il bicchiere e mezzo di vino bianco va aggiunto abbastanza presto; se procedete in una pentola non antiaderente, potete dopo un po' aggiungerne altro oppure, nei casi più morigerati, un po' d'acqua (io séguito col vino, va da sé). Fate cuocere il pollo ancora un po'; nel frattempo, canticchiando rigorosamente El tren blindado, El ejército del Ebro e Los cuatro generales, tagliate il salamino piccante prima a fette e poi a pezzetti (da ogni rondella di salamino ricavate quattro pezzi). A tale riguardo, dato che siamo idealmente nella Spagna del '36, sarebbe bene averci del chorizo piccante (si trova, si trova); ma va bene anche quello normale in vendita a ogni supermercato, anche se prodotto a Pontassieve. Una volta eseguita questa operazione, controllate che in pentola vada tutto bene, scolate i ceci e buttateceli dentro salando a piacere. Date una mescolata, rigirate i fusi di pollo, e poi aggiungete anche il salamino piccante a pezzetti. Mettere a fuoco piuttosto lento e aspettare che il pollo sia cotto bene, dato che il pollo mezzo crudo avrebbe fatto incazzare non poco anche Durruti (cosa non particolarmente consigliabile). A metà cottura circa, chi vuole può passare a rendere infernale questa preparazione, aggiungendo peperoncino habanero a volontà; a tale riguardo, dovrà essere rigorosamente fresco. Si abbina bene a un vino bianco fermo e secchissimo, e se ci aveste il porrón sarebbe il massimo.



martedì 29 gennaio 2013

1. Spaghetti alla Giorgiogaber



Ingredienti per 1 persona:


- 100 grammi di spaghetti qualsiasi (anche integrali)
- 2 salsicce fresche di media grandezza (oppure 1 salsiccia tipo Fumagalli)
- Mollica di pane di qualche giorno (ma non ancora indurito, ovviamente)
- Mezza cipolla bianca
- Mezzo bicchiere di vino rosso (non dolciastro)
- Olio 

Si chiamano “alla Giorgiogaber” per un motivo assai semplice: il giorno che li ho inventati, circa un paio d'anni fa, non sapevo proprio che cazzo farmi, stavo ascoltando una canzone di Giorgio Gaber e non ci avevo altro che un avanzo di spaghetti, due salsicce in frigorifero e un po' di pane di due giorni prima. Come vino ho utilizzato un preziosissimo merlot del discount, euro 1,25, e me n'è avanzato anche un bicchierozzo per il pranzo; ma va bene qualsiasi vino rosso in bottiglia che non sia dolciastro (evitare quindi il Tavernello o roba del genere: piuttosto fatene a meno).



Si mette a cuocere la pasta (immagino che lo sappiate fare, ma non salate troppo l'acqua ché con le salsicce la pasta poi viene già abbastanza salata di suo), mentre in una padella (meglio se avete anche il simil-wok dell'Ikea, ma va bene anche un padellone profondo qualsiasi) mettete un cucchiaio e mezzo d'olio e lo scaldate un pochino. Ci buttate prima la mezza cipolla tagliata come più vi piace (tritata, a fettine...), e la fate imbiondire; poi ci spezzate grossolanamente dentro le due salsicce (o l'unica "Fumagalli"), a mano,  e le fate cuocere per circa 3/4 minuti spezzandole meglio via via col mestolo di legno.

Mentre gli spaghetti cuociono, buttate in padella il mezzo bicchiere di vino rosso, e lo fate "tirare" un po': nel frattempo avrete sbriciolato la mollica di pane (ce ne potete mettere quanta vi pare), facendo attenzione a usare pane non molliccione: dev'essere duretto ma "lavorabile". Il vino deve tirare un po' perché sennò vi succede quel che è successo a me la prima volta, tra numerosissime bestemmie a quel cristaccio d'iddìo: la mollica si inzuppa di vino e diventa una specie di poltiglia dall'aspetto disgustoso e flaccido come, appunto, Vincenzo Mollica. Se, invece, il vino è tirato bene la mollica resta bella asciutta come dev'essere. Fate cuocere ancora il sugo finché la mollica non si "tosta", poi mettete il fuoco al minimo storico.

Una volta scolata la pasta, buttatela in padella e mischiatela a fuocherello accesso finche tutto non sarà bene amalgamato. Beveteci sopra vino rosso di quello che ci avete, e non vi azzardate nemmeno per scherzo a metterci il formaggio grattugiato.

Ricette Asociali: Introduzione


Da oggi l'Asocial Network si arricchisce: dopo il blog principale, le tregge e la gatta Pampalea, ecco le ricette di cucina. A dire il vero, l'idea mi "covava" da un bel po' di tempo; però le mie cove durano parecchio e devono passare per tutta una serie di fasi. La fase decisiva è, peraltro, sempre la solita: consiste nella domandona, ma chi te lo fa fare di aprire un altro blog? In un mondo oramai dedito a Facebook, Twitter e ad altri social networks, in effetti, la forma "blog" sta già declinando. Il blog è una pagina bianca, e la pagina bianca fa sempre più paura dato che è necessario riempirla con qualcosa che non siano gli oramai universali centoquaranta caratteri di idiozie. Io, però, proseguo imperterrito e anche nella forma che mi è del tutto congeniale: quella del totale rifiuto dell' "interazione virtuale" e della "comunicazione in Rete". Come vale per gli altri blog dell'Asocial Network, anche qui i commenti sono bloccati: se volete dirmi qualcosa, scrivetemi un'e-mail o telefonatemi. Contatto diretto e senza mediazioni zuckerberghiane. Anche per quanto riguarda le ricette di cucina.

Fatto il preambolo, parliamo brevemente di questo nuovo blog. 

Io sto da solo (con un gatto nero che va e viene liberamente, quando gli va e come gli va perché odio mettere in una gabbia qualunque essere vivente), e ci sto benissimo. Fine delle considerazioni simil-filosofiche; alla mia età, la convivenza forzata (e più o meno istituzionalizzata) con un altro essere umano mi risulterebbe assolutamente insopportabile. Naturalmente, tutto questo comporta tutta una serie di cose, tra le quali doversi fare da mangiare; e, debbo dirlo sinceramente, nonostante i miei recenti e non lievi problemi di salute sono rimasto (e rimarrò) una buona forchetta (e un ottimo bicchiere). Non crediate con questo che io mi ritenga un gran cuoco, o cucinatore; tutt'altro. Ho una specie di culto per i limiti personali, e soprattutto per la mia pienissima coscienza di averne e di accettarli. Però, tutto sommato, un po' di cose ho imparato a farle e, soprattutto, ho cercato di sviluppare, anche ai fornelli, l'arte della fantasia e dell'inventiva. Rigorosamente con le cose che ho a disposizione al momento.

Le ricette che troverete in questo blog, quindi, sono tutte create dal sottoscritto (che le ha provate rigorosamente su se stesso, con risultati non di rado orrendi alla prima...). Col tempo, e se la cosa prenderà piede, si potranno accettare anche ricette altrui, ma sempre secondo il medesimo principio. Niente è ripreso da libri, riviste, trasmissioni radiotelevisive, siti Internet o altro; le ricette qui contenute hanno da essere originali.

Un'altro principio basilare sono gli ingredienti comuni, di facilissimo reperimento e di basso costo. Qui dentro non vi sarà mai cucina "di lusso". Particolare risalto avranno gli avanzi, anche di due o tre giorni prima (se siete schizzinosi, quindi, levatevi immediatamente dai coglioni da questo blog e andate a seguire la Clerici).  Si tratta di ricette generalmente molto facili, e anche di rendimento non sempre assicurato. Del resto, ci posterò quel che garba a me e sta a voi decidere cosa fare (cosa della quale, francamente, non me ne frega assolutamente nulla). Traduzione: se sputerete tutto al primo boccone e/o i vostri eventuali commensali vi piglieranno a padellate sul muso, non pigliatevela con me.

Infine, tutte le ricette saranno invariabilmente espresse in dose singola. Per UNA persona. Questo è un libro di cucina prettamente Stirneriano: l'Unico e la sua Cucina. Sarebbe veramente ora di finirla con le dosi espresse tipo "per quattro persone": sempre la solita menata della "famiglia". A tavola si dev'essere per forza almeno in quattro: e formati famiglia, e trepperdùe, e carrellate di stronzate varie. Per questo, nell'intestazione del blog, si specifica a chiare lettere che le ricette sono "Antifamiglia". Niente cenoni natalizi, niente zii a pranzo la domenica, niente bambini rompiscatole (che, casomai, possono essere opportunamente cucinati in mille modi). Quindi, ricette Monodose. Se alle volte a tavola siete in due, raddoppiate la dose. Se siete in tre, la triplicate. Arrivo persino a dire che, se siete addirittura in quattro, la quadruplicate. Che ve l'hanno insegnato, a scuolina, a fare le moltiplicazioni? Ci riesco persino io, che sono sempre stato negato per l'aritmetica...

Non aspettatevi mai grandi cose. Io stesso sono quasi sempre molto critico nei confronti di ciò che faccio, roba da mangiare compresa. Nelle ricette saranno peraltro espressi rigorosamente e esclusivamente i miei gusti (ad esempio, sono abituato da sempre a infilare nelle pietanze quantità enormi di peperoncino, e non ho la minima intenzione di toglierlo o ridurlo). Non intendo "insegnarvi" alcunché, ma se per caso qualcosa vi piacerà ne sarò contento anche se non lo verrò mai a sapere.

Un'ultimissima cosa, sommamente importante: non è certo a caso che ci siano, qui, Max Stirner e l'Anarchist Cookbook. Qui si anarca, e parecchio, anche in cucina. Come Unico sono io, Unici siete pure voi. Più che "ricette", potrete pigliare tutto quel che ci sarà qua dentro come spunti (e spuntini, anche). In breve: fateci quel che volete. Modificate gli ingredienti, se vi va. Agite secondo i vostri gusti come io agisco secondo il mio. Introducete variazioni di ogni genere, queste sono ricette e non ordinanze ministeriali. Buttate via il Talismano della felicità e fregatevene anche della "buona cucina italiana", che è senz'altro buona ma qui si piglia l'argomento da un'angolazione leggermente differente. Eliminate quindi ogni stupidissimo nazionalismo anche dalle pentole e dalle padelle; vedrete quanti begli ibridacci ci saranno qua dentro.

E ora, bando alle ciance e andiamo a incominciare.