Questa ricettina la vorrei dedicare a Angie.
Non ho nessun elemento per dire che potrebbe piacerle;
diciamo che mi piace pensare che le piaccia. That's all.
Ingredienti per 1 persona:
- La padellaccia di casa più rotta, scalcagnata e bisunta che avete
- 1 cucchiaio di legno abbastanza cavo da poterci anche mangiare
- 2 scatole di fagioli rossi messicani (ora si trovano facilmente al supermercato)
- 1 striscia di carnesecca con poco grasso, alta circa mezzo dito
- 4 pezzetti di peperoncino fresco molto forte (Habanero, Trinidad Moruga, Carolina...)
- 3 bicchierini di mezcal, scelto accuratamente di quello "con gusano"
- Il suddetto gusano (v. ricetta)
- 1 ciuffetto di timo
- Olio e sale q.b.
Questa qui è una ricettina non per tutti i gusti, ammesso che anche le altre che do lo siano. Basilarmente appartiene alle mie ricette "antiche", nel senso che la inventai parecchi anni fa quando stavo ancora a Livorno e mi era capitata in casa, non mi ricordo come, una bella bottiglia di mezcal con gusano. Poco tempo prima avevo visto uno dei film di "Trinità", con Terence Hill e Bud Spencer; in una scena nella classica osteriaccia messicana, uno mangia una padellata di fagioli (un classico) chiede all'oste: "Mezcal!"; da qui mi venne l'idea. Avvertenza: per essere filologicamente esatto, questo piatto deve essere mangiato direttamente dalla padellaccia e col cucchiaio di legno. Sennò non sa veramente di una sega.
Il nome del mezcal viene, ovviamente, dalla lingua náhuatl: significa, alla lettera, "agave cotto". Come il tequila, si divide in blanco (giovane), reposado (da 2 mesi a 1 anno) e añejo (oltre 1 anno); per questa ricetta scegliete il reposado. Col blanco viene male, e l'añejo costa una saraccata. Va scelto di quello "con gusano"; gusano in spagnolo vuol dire "verme", ma in realtà si tratta della larva di un coleottero, che aromatizza il mezcal. Si chiama scypophorus acupunctatus, ma a volte si usano le larve di un terribile parassita dell'agave, la hypopta agavis. E' il cosiddetto "gusano rojo", che è ritenuto più pregiato. Si tratta di un chiaro esempio di vendetta: lui parassitizza l'agave, e allora viene infilato a macerare nel mezcal. Ben gli sta. Tanto, comunque, in questa ricetta ve lo dovete mangiare nei fagioli.
Prendete appunto i tre bicchierini di mezcal, versateli in un bicchiere più capiente e infilateci i pezzetti di peperoncino e il ciuffetto di timo un po' mondato; il gusano lo tirate fuori dalla bottiglia, invece, e lo tagliate a pezzettini con una lametta da barba (viene meglio); poi lo rinfilate nel mezcal assieme al timo e al peperoncino. Come dose di quest'ultimo, se usate le qualità indicate, ho indicato 4 pezzetti; col Trinidad Moruga Scorpion e col Carolina sono sufficienti per morire tra atroci sofferenze. Se però volete morire ancora più atrocemente, mettetecene pure di più e pensate a me mentre trapassate maledicendomi.
Nella padellaccia scalcagnata e bisunta, mettete diciamo un cucchiaio d'olio; basta e avanza. Nel frattempo avrete preso la carnesecca magra e la avrete fatta a dadini piccoli; quando l'olio è caldo, buttateli in padella e mestate per un minuto o due. Sarà quindi venuto il momento di versarci i frijoles tenendo il loro sugo, che va fatto tirare un po; salate il tutto girando sempre, e mettendo la fiamma a fuoco lento.
Giunge finalmente il fatidico momento di infilarci il mezcal coi suoi compagni di strada (timo, peperoncino e gusano spezzettato). State attenti perché se vi siete dimenticati del fuoco lento potrebbe farvi una fiammata, il mezcal è più o meno simile alla benzina. Nonostante il suo nome, però, non contiene affatto mescalina, e quindi non ha poteri psichedelici; non ci potete fare il "latte più" di Arancia Meccanica, insomma. La mescalina, per la cronaca, sta nel peyote.
Dovrà passare solo un minutino da quando spegnete il tutto e cominciate a pappare; il timo non si deve "cuocere", il gusanito deve fare ancora "scrunch", il peperoncino deve essere ancora un po' freschiello e il mezcal non deve evaporare, ma amalgamarsi al sughetto dei frijoles. Presuppongo che abbiate un tavolaccio di legno, sul quale avrete posto la bottiglia del mezcal, un bicchiere di metallo e basta. Pigliate la padellaccia, il mestolo di legno e mangiate direttamente dalla padella. Naturalmente vi pulirete la bocca rigorosamente con le maniche oppure, se è d'estate, direttamente sul braccio.
Alla fine, tra fagioli, baco, peperoncino e mezcal, sarete ridotti a dei conci briachi fradici e sporchi di sugo; siete pronti, e pronte, a fumarvi un bel sigaro puzzolente. Consiglio caldamente questa ricetta alle signore incazzate nere per qualche motivo, tipo aver visto la Boldrini in televisione. Tirare anzi la padella vuota sul televisore sarà segno di grande apprezzamento del cybo. Buon appetito.