mercoledì 1 gennaio 2014

10. Penne alla Giromini (o Penne del 7 gennaio)



Ingredienti per 1 persona:

- 100 gr. di penne del discount
- 2 barattoli di pelati o salsa di pomodoro del discount
- 1 aglio del discount
- 1 cipolla del discount
- Peperoncino a volontà e di gradazione a piacere
- Strumenti musicali vari sparsi per la stanza in un disordine cosmico
- 1 disimpegno

Naturalmente, tutti voi Asociali avete in sommo dispregio natali in famiglia, cenoni di capodanno e altre immani stronzate del genere; ecco dunque una ricetta-principe per voi. Mi direte senz'altro: "All'anima! Ma è una pasta al pomodoro qualsiasi!"; sì e no. Prende nome da Davide Giromini, detto "Darmo", sommo fisarmonicista e cantautore indipendente carrarese, che ho la fortuna di conoscere e assieme al quale ho mangiato più volte le penne in questione. Le quali si chiamano anche "del 7 gennaio" perché il 7 gennaio, data in cui terminano le funeree e stupidissime "feste natalizie" e vengono rimossi dalle case e dalle strade i lugubri parafernalia quali alberi di natale, babbinatale impiccati alle finestre e luminarie dalle strade, nonché si smette di "sentirsi più buoni" e ci si sente invece i soliti vigliacchi e pezzidimerda di tutti gli altri giorni, è il giorno più bello dell'anno per noialtri. Anche in barba al papa più buono del 3% di tutti gli altri papi della stessa fascia. Per festeggiare adeguatamente il 7 gennaio, le Penne alla Giromini sono la cosa migliore; è una ricetta chiaramente semplice, però abbisogna di tutta un'atmosfera "girominiana" la quale, invece, semplice non è per nulla. Seguite scrupolosamente le istruzioni e buon appetito.

Se già l'ambiente dove vivete è in preda a una confusione degna della testa di Philip Dick, con libri sparsi ovunque, strumenti musicali appoggiati anche sul termosifone, la vostra ghironda preferita appesa a un chiodo, sacchetti contenenti cose varie (tra le quali quel pezzo di uranio arricchito che cercavano tanto) e piatti e posate sporche in un acquaio che ricorda le fogne di Calcutta, potete senz'altro procedere; qualora invece siate ordinatini e la vostra cucina-living room non contenga neppure un acaro che sia uno, provvedete prima a farle assumere le condizioni di cui sopra. E se non ce la fate entro il 7 gennaio, come si suol dire, cazzi vostri.

Seguendo i più rigorosi dettami girominiani, l'ambiente dovrà essere rigorosamente privo del tavolo da cucina. Prende troppo posto e non potrebbero entrarci gli strumenti (la cucina, naturalmente, funge principalmente da sala prove e di registrazione). Al posto del tavolo da cucina, è bene introdurre il basilare concetto di disimpegno. Il disimpegno è un tavolino pieghevole a pantografo, con le zampe possibilmente ben arrugginite, che sta normalmente sistemato a una parete, sul divano o dove càpita. Al momento di preparare la tavola, mentre la pasta cuoce, viene sgomberata una porzione di pavimento a pedate, vengono sistemate le sedie (ma si può, anzi si dovrebbe, mangiare in piedi) e si apre il disimpegno, ovviamente senza nessun inutile orpello (tipo la tovaglia, pfui). Piattacci appena sciacquati, forchetta e tovagliolini di carta (del discount pure quelli, paccone da 200, euri 0,95). Sul disimpegno troveranno posto anche un paio di bicchieri ricavati da varie fonti (tipo: vecchio vasetto della Nutella con un coccodrillo sopra) e il fiasco del vino; l'acqua si prende direttamente dal rubinetto.

La preparazione della pasta procede in modo pressoché normale, scaldando in una padella il pomodoro (salsa o pelati) con l'aglio e la cipolla affettata; il peperoncino, se lo si desidera, va aggiunto durante la preparazione e a seconda dello stato d'animo. Una volta scolate le penne, ributtarle nella pentola e versare il sughetto. In certe condizioni particolari si può fare anche a meno del piatto e mangiarsela direttamente dalla pentola, cosa che conferisce un particolare tocco d'eleganza al tutto assieme alla fine dei tovagliolini (convenientemente sostituiti da un lembo della manica della camicia).

Durante la consumazione delle Penne alla Giromini, sarebbe d'uopo guardare con preoccupazione la caffettiera abbandonata nel marasma dell'acquaio, con dentro un resto di caffè che vi ristagna circa dalla fine dell'estate passata. La frase: "Cazzo, devo lavare la caffettiera", è una costante delle Penne alla Giromini; si finisce comunque quasi sempre a andare a pigliarsi un espresso al bar più vicino, sfruttando all'uopo i numerosi spiccioli cosparsi ovunque per la cucina (vi sono stati dei casi in cui in un barattolino sono state ritrovate 10 lire del 1956).

Terminate le penne, si ripone il tutto sull'acquaio e si ripiega il disimpegno. Il 7 gennaio può proseguire mentre si dà un'occhiata agli operai del Comune che rimuovono palle, palline e lumini, liberando finalmente la nostra vita dall'annuale festicciola dell'Indice dei Consumi al Dettaglio.