domenica 17 febbraio 2013

5. Sauce Ravachole



Ingredienti per 1 vasetto:

- 5 peperoncini freschi verdi molto piccanti
- 3 cucchiaini di peperoncino rosso in polvere
- 1 cucchiaino e mezzo di pepe nero in grani interi
- 2 cucchiaini di capperi
- 4 o 5 olive taggiasche sott'olio
- normalissimo aceto di vino NON "balsamico"
- olio di oliva stravèrgine q.b.
- sale

Questa salsina ha la simpatica caratteristica di essere ambivalente: la si può infatti usare su quello che volete (carni lessate, verdure, per condire la pasta ecc.) -sempre naturalmente che vogliate provare un'emozione parecchio forte-, ma anche come ottima bottiglia molotov e/o arma di difesa personale. Un vasetto di questa robina qui tirato in faccia a qualcuno ha meravigliosi effetti deterrenti; del resto, se la sbirraglia è dotata dello "spray al peperoncino", perché non rispondere direttamente col peperoncino al naturale? Da qui il nome di "Sauce Ravachole" che gli ho dato. Sinceramente, sono cosciente che ben pochi potranno sopravvivere a un cucchiaino; ma resta da dimostrare che me ne importi qualcosa, che sopravviviate.

Si comincia con una raccomandazione: al termine di tutta la preparazione non toccate nulla (soprattutto, resistete ad un eventuale prurito alle parti basse e non grattatevi) e andate di corsa a lavarvi le mani con abbondante acqua diàccia e sapone di Marsiglia. Detto questo, avrete cominciato col tagliare i peperoncini verdi freschi a rondelle, tenendo rigorosamente i semi che scapperanno via perché non dovete perderne uno e buttarlo nel vasetto. Una volta effettuata l'operazione, li sistemate nel vasetto pigiandoli un po' se necessario. Nel vasetto aggiungete un paio di prese o tre di sale, i tre cucchiaini di peperoncino rosso in polvere (che creerà un bell'effetto cromatico oltre a fungere da miccia) e il cucchiaino di pepe nero in grani interi. A questo punto irrorate di aceto (diciamo un cucchiaio e mezzo da cucina), aggiungete i capperi e le olive taggiasche (o comunque nere), e chiudete bene il barattolo per agitarlo una ventina di secondi tipo shakerata. Quando tutto si sarà abbastanza amalgamato, riaprite il barattolo e ricopritelo d'olio d'oliva fino al bordo; richiudete bene, agitate di nuovo per un'altra ventina di secondi e lasciate il barattolo, ricoperto con un panno, da una parte tranquilla per una settimana o dieci giorni. Quando sarà pronto fate estrema attenzione al momento di aprirlo, e tanti auguri.

venerdì 15 febbraio 2013

4. Seitan e verdure alla senape e curry


Ingredienti per 1 persona:

- 1 confezione di seitan alla piastra già pronta
- 1 confezione di verdure surgelate (tipo "contorno più" o roba del genere)
- 1 confezione di panna di soia
- Senape in polvere
- Curry piccante
- sale
- olio

Io non sono né vegetariano e né tantomento vegano; però non intendo sottostare né all'ostracismo carnivoro condito con le immancabili frasette idiote (tipo "Io sono in cima alla catena alimentare", vallo a dire in presenza di una tigre del bengala incazzata...), né al talebanismo vegetale. Quindi, se la cucina vegan propone delle cose buone, vale esattamente come le altre. Di fronte al seitan, vale a dire il prodotto del glutine di grano (sconsigliato ovviamente ai celiaci...), molti carnivori si compiacciono alquanto di storcere il nasino; ma è soltanto indice di chiusura mentale e, in non pochi casi, di beceraggine indomita. Saputo cucinare, è buonissimo; qui propongo una mia invenzione che, per altro, è rigorosamente vegan e quindi adatta anche a chi ha fatto quella scelta alimentare.

Il seitan è possibile farselo da soli, ma ci vogliono ore e parecchia pazienza (un giorno o l'altro vi spiegherò come si fa). Sicuramente il seitan fatto in casa è più buono; però al supermercato (tipo Esselunga) lo si trova già fatto e a un prezzo da cristiani (ai negozi "bio", detti anche "gioiellerie del fagiolo", costa un occhio della testa). Procuratevi quindi una confezione di seitan alla piastra, consistente in quattro piccoli medaglioni sotto vuoto, e procedete in questo modo.
Tagliate il seitan a dadini e mettetelo in un piatto da una parte. Nell'oramai famoso simil-wok dell'Ikea (se non ce lo avete, comunque in una padellona antiaderente) mettete un cucchiaio d'olio e poi buttateci le verdurine surgelate (che faranno ovviamente acqua da sé, quindi non importa aggiungerla). Salatele e fate andare a fuoco lento. Nel frattempo, sciogliete due cucchiaini e mezzo di senape in polvere in tre quarti di bicchiere d'acqua tiepida, e buttate il tutto in padella. Rimestando le verdurine insenapate, aggiungete il seitan e mescolate ulteriormente; fate cuocere per cinque o sei minuti; aggiungete poi il curry piccante. La quantità è a piacere, ma non dovrà essere inferiore a un cucchiaio da cucina. Mescolate ancora per due o tre minuti, e servite; è un piatto che, secondo me, si accompagna benissimo a una bella birra forte, tipo la "Karpackie" polacca che si trova al discount.

lunedì 4 febbraio 2013

3. Pasta con le erbette all'Isolottina




Ingredienti per 1 persona:

- 100 g di pasta a piacere (spaghetti, penne rigate, ecc.)
- Origano secco
- Prezzemolo secco
- Erba cipollina secca
- Basilico secco
- Semi di sesamo
- Semi di papavero
- 3 cucchiai di olio
- (Facoltativo) 1 spicchio d'aglio a pezzetti
- (Facoltativo) Peperoncino secco a volontà

In un dato cassetto o sportello di ogni Asociale certificato e garantito si trovano boccette varie di "erbette" e spezie varie: ho come il vago sospetto che il sig. Cannamela di Bologna, fondatore della "premiata ditta" che si occupa di erbe e spezie in boccetta, debba molto del suo successo agli Antifamiglia. La famiglia ha bisogno del gran sugone, del ragù carico, delle complicatissime paste al forno rituali; l'Antifamiglia utilizza quel che c'è. Propongo quindi questa autentica "gloria" dell'Asociale, nata un giorno in cui c'era da svuotare tutta una serie di boccette di roba. La negazione totale del "family day". Precisazione necessaria: le erbette indicate negli ingredienti sono quelle che -di solito- ci metto io; voi, come sempre, fate quel che vi pare evitando però di metterci quell'avanzo di datura stramonium che vi è servito per far fuori l'anziano vicino rompicoglioni, oppure quella presina di aconito (o napello) con cui avete condito l'insalatina casualmente offerta al testimone di Geova. Il nome della pasta è un sentito omaggio al quartiere dove abito e che ha visto nascere questa preparazione fondamentale.

Per la buona riuscita della Pasta con le erbette all'Isolottina è necessario ancora una volta il simil-wok dell'Ikea, ma va bene anche un padellone profondo e antiaderente. Ci vuole parecchio olio: almeno 3 cucchiai. Mentre cuoce la pasta che avete scelto (consiglierei però di evitare le bieche penne lisce, che non pigliano il sugo nemmeno a pigiarle), fate scaldare l'olio (assieme, se volete, all'aglio tritato e al peperoncino; ma va bene anche senza) e buttateci poi, senza nessuna pietà, le erbette secche e i semi in notevole quantità  Si tratta di un particolare decisivo: se non abbondate, la pasta non saprà assolutamente di una segaccia nulla. Se vedete che le erbette formeranno una poltiglia, aggiungete ancora dell'olio; rimestate comunque sempre bene col cucchiaio di legno. Tra le erbette prescelte soltanto una è assolutamente obbligatoria: i semi di papavero, che danno al tutto una piacevolissima consistenza granulosa (e che, peraltro, cacherete interi per un paio di giorni). Per il resto potete sbizzarrirvi variando, togliendo, aggiungendo. Il sughetto va messo dopo 4 minuti al minimo storico; quando la pasta sarà cotta come più vi piace, la scolate, e la buttate in padella aumentando per 30 secondi leggermente il fuoco e mescolando ammodino. Generalmente, la combinazione di erbette dà al tutto un sapore squisitamente amarognolo e croccantiello. Se ce lo mettete, non esagerate mai con l'aglio, sennò sa tutto quanto d'aglio; il peperoncino, invece, ce lo potete mettere come più vi aggrada. La pasta con le erbette, oltre ad essere rapidissima, è il sistema più sicuro per disfarvi di quintali di boccette, sacchettini eccetera; non esitate a far fuori tutto perché, lo ripeto, se non si abbonda non viene bene.